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giovedì 27 dicembre 2012

Antipasti di Capodanno: la ricetta facile dei bicchierini di salmone


Ingredienti (dosi per 1 bicchierino):
2 cucchiai di salmone fresco tagliato a dadini
2 cucchiai di formaggio spalmabile tipo Philadelphia
1 cucchiai di panna acida o di yogurt greco intero
aneto fresco
olio extra vergine di oliva
limone bio
sale e pepe

Preparazione:
La preparazione di questi bicchierini e facilissima. Condite il salmone con sale e pepe e un filo di olio d’oliva. Sbattete assieme il formaggio cremoso e la panna acida, salate e completate con la buccia di limone grattugiata. Riempite il bicchierino con la crema di formaggio, poi deponete sopra il salmone e decorate con l’aneto.

Ed ora veniamo alle varianti. Potete condire il salmone con il pepe rosa pestato e decorare i bicchierini con qualche bacca di pepe rosa intero.
Decorate usando uova di salmone o di lompo invece che con l’aneto. Usate metà salmone fresco e metà salmone affumicato, oppure solo salmone affumicato tagliato a striscioline.

Unite del cetriolo fresco a dadini alla crema di formaggio tralasciando la buccia di limone.
Servite questi bicchierini assieme a dei cucchiaini molto piccoli, e se volete aggiungere una nota alcolica con dei piccoli bicchierini di vodka ghiacciata, seguendo lo stile russo.

lunedì 17 dicembre 2012

Per Natale molte famiglie italiane gusteranno le classiche Lasagne della Viglia


Le Lasagne di Natale, anche dette Lasagne della Vigilia perché tipiche della sera del 24 dicembre, sono un piatto importante, impegnativo, che da solo è in grado di rendere onore alla vostra tavola e ai vostri ospiti. Seguiteci passo passo nella loro preparazione, e vedrete che ne vale la pena!

Ingredienti: (per 6 persone)
PASTA
1000 g farina bianca
10 - uova
q.b.
sale

CONDIMENTO
1200 g pomodori maturi
100 g burro
25 porri
10 acciughe sotto sale
q.b.
sale

Preparazione:
Pasta - Setacciate la farina e disponetela a vulcano sul piano di lavoro. Rompete al centro le uova. Aggiungete un pizzico di sale, poi lavorate e impastate. Quando è uniforme, mettete l'impasto in un involucro pellicola trasparente, e lasciatelo riposare per quaranta minuti in luogo fresco.

Condimento - Scottate i pomodori in acqua bollente, e scolateli immediatamente. Spelateli, rimuovete i semi e sgocciolateli. Passateli al mixer, in modo da ottenere una salsa uniforme. Lavate i porri, rimuovetene la parte verde e le foglie esterne. Lavateli nuovamente. Tagliateli a rondelle di mezzo centimetro di spessore al massimo. Sciacquate bene le acciughe, finché non avranno perso tutto il sale. Rimuovetene la testa e la lisca centrale, poi tagliatele a pezzetti sottili. Mettete il burro in una padella e lasciatelo sciogliere a fuoco bassissimo. Quando è liquido, aggiungete i porri.
Immediatamente quando sono appena appassiti (non debbono prendere colore!), aggiungete le acciughe e fate rosolare, sempre a fuoco basso. Versate la salsa di pomodoro nella padella. Aggiustate di sale, e lasciate cuocere per 30 minuti.

Lasagne - Mettete a bollire una pentola con molta acqua. Recuperate l'impasto, e stendetelo in una sfoglia sottile. Tagliatela in lasagne di 4 centimetri di larghezza. Salate l'acqua, e buttate le lasagne a cuocere. Scolatele al dente. Accendete il forno a 180°. In una placca da forno o in una teglia, disponetele a strati, farcendo con la salsa tra i vari strati. Mettete in forno e lasciate cuocere per 20 minuti. Servite caldissime!

mercoledì 12 dicembre 2012

Zuppa di San Giuseppe


Ingredienti:
200 g di fagioli di Spagna lessati
200 g di lenticchie lessate
200 g di ceci lessati
250 g di broccoli
300 g di kamut
1 cucchiaio di cumino
olio extravergine di oliva
sale
pepe

Come si prepara?
In una casseruola dai bordi alti mettete i broccoli, disfando per bene le cimette. Aggiungete ceci, fagioli e lenticchie e circa 1 l d’acqua. Fate sobbollire, salando e pepando un poco, per circa 30 minuti. Le lenticchie si disferanno sino a formare una crema (se poi usate quelle rosse, l’effetto crema è assicurato). Nel frattempo, in un’altra pentola cuocete il kamut in acqua calda e leggermente salata. Una volta cotto e scolato, incorporatelo alla minestra e toglietela dal fuoco. Aggiungete l’olio extravergine di oliva, il cumino, date una bella mescolata e servite!

Perchè fa bene?
I fagioli sono anche chiamati «carne dei poveri», i fagioli comprendono oltre 300 varietà, solo una sessantina delle quali commestibili. Originari delle Americhe e coltivati fin dai tempi più antichi, nel nostro paese arrivarono in seguito alle spedizioni spagnole nel Nuovo Mondo. Tra i più diffusi quello bianco e grosso « di Spagna », quelli piccoli neri e tondeggianti di origine messicana e ancora quelli con l’occhio, i cannellini, i borlotti. I fagioli, come anticipato, sono un alimento dal forte valore nutritivo. Il loro contenuto proteico medio va dal 2% dei fagiolini al 6,5% dei fagioli freschi e al 23,5% dei fagioli secchi. Nei fagioli e` inoltre discreto il contenuto di vitamine B1 e B2 e di niacina.
Va pero` ricordato che la B1 viene in buona parte distrutta dalla cottura prolungata. I fagioli secchi rappresentano anche una buona fonte di minerali quali potassio, calcio e ferro. Quante pietanze si possono preparare con i fagioli? Davvero tante, e soprattutto possono essere combinati con svariati ingredienti e spezie: pensiamo a zuppe, minestre, passati, contorni, insalate... Conferiscono inoltre un notevole senso di sazieta` grazie al lungo tempo di digestione. Tenendo presente che una bistecca di vitello da 100 g contiene circa 23 g di proteine, una valida alternativa e` un bel piatto di pasta da 100 g con 60 g di fagioli. Una dose di « mattoni » per l’organismo, ovvero di proteine, davvero niente male!

Millefoglie di orata, rape e olive leccine con carciofi marinati e cicoriella croccante


Ingredienti 
rape (parte edibile) 280 gr.
olive nere leccine 50 gr.
olio extra vergine d’oliva 20 ml;
1 spicchio d’aglio
12 filetti di orata da 60 gr. cad.
 mazzetto aromatico (erba cipollina, timo, maggiorana, prezzemolo)
1 spicchio d’aglio
carciofi (parte edibile) 80gr
succo di limone 20 ml
olio extra vergine d'oliva q.b.
puntarelle di cicorie 100gr
acqua e ghiaccio

Procedimento
Per le rape: Sbollentare in acqua salata le rape e raffreddarle in acqua e ghiaccio, scolarle e lasciarle asciugare su carta assorbente. Preparare in un sautè un fondo di olio e aglio in camicia, aggiungere le rape e le olive denocciolare e tagliate secondo il proprio estro, lasciare insaporire qualche minuto.

Per l’orata: Aromatizzare i filetti con un trito di erbe aromatiche e aglio, disporre i filetti in un sacchetto per il sottovuoto, salare, sigillare e cuocere a vapore ad una temperatura di 80° c per 10 -12 minuti.

Per i carciofi: Tagliare i carciofi a filangee scottarli in acqua acidulata raffreddarli in acqua e ghiaccio, scolarli e marinarli in olio extra vergine d’oliva fruttato leggero.

Per la cicoria: Pulire le cicorie e ricavare le puntarelle, tagliarle a julienne e metterle in acqua e ghiaccio. 

Assemblaggio
Disporre nei piatti piani un taglia pasta del diametro di 8 cm adagiarvi le rape con le olive sovrapporre un filetto di orata poi le altre rape e ultimare con un altro filetto di orata. Estrarre il taglia pasta. Disporre sull’ultimo filetto qualche carciofo marinato e della cicoriella. Ultimare con dell’olio aromatizzato all’aglio e decorare con 6/7 cubetti di concassè di pomodoro fresco.

Ricetta di: Maenza Matteo

venerdì 23 novembre 2012

POLPETTE AGLI OMEGA-3: ricette per la salute!

Ingredienti:

  • 150g di pesce spada
  • 150g di merluzzo
  • 4 alici
  • 250g di ceci lessati
  • 6 cucchiai di pane grattugiato
  • 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • peperoncino
  • sale
  • pepe
  • aglio
  • prezzemolo 


Preparazione
Saltare in padella il pesce spada con il merluzzo, 2 cucchiai di olio extravergine di oliva e l’aglio tagliato a pezzetti. Appena cotto unire i ceci e lasciare insaporire insieme al pesce per circa 10 minuti. Spezzettare le alici e lasciare insaporire nella padella con gli ingredienti in cottura.

Aromatizzare con peperoncino, pepe e prima di salare, assaggiare (le alici sono salate e potrebbe non esser necessaria a salatura). Riunire tutto nel bicchiere del mixer e frullare. Appena il composto è omogeneo, unire il pane grattugiato (solo 3 dei 6 cucchiai) e quindi il prezzemolo fresco tritato poco prima.

Lavorare con le mani fino ad ottenere tante polpettine che passerete velocemente nel restante pane grattugiato. Adagiatele su una teglia da forno rivestita con carta forno ed infornate per circa 30 minuti a 200 gradi… servitele tiepide o fredde con salsa al pomodoro speziata al wasabi e zenzero o maionese vegana al prezzemolo.

Perchè fa bene?
 Col termine pesce azzurro si indicano diverse specie di pesce che vanno dalle acciughe alle alici, dalle sardine agli sgombri e al tonno; viene così definito in virtù della sua colorazione, blu scura sul dorso e argentea nella zona ventrale. Una dieta ricca di «grassi buoni» va a beneficio, principalmente, di cuore e arterie, ma non sono solo queste le sorprese del pesce azzurro: le nobili proteine e i sali minerali che contiene completano l’opera, a ulteriore vantaggio della nostra salute.

Un vero e proprio toccasana dal mare! In linea generale, il pesce è composto da acqua per il 60-80%, proteine per il 15-23% e grassi per lo 0,5-20%. I «grassi buoni» contenuti nel pesce azzurro sono degli acidi grassi polinsaturi Omega-3, precisamente l’acido eicosapentenoico (EPA) e l’acido docosaesenoico (DHA).

Il pesce azzurro, con i suoi Omega-3, ha dunque un’azione antinfiammatoria e antitrombotica. Nel mondo «ideale» dovremmo mangiare pesce azzurro almeno 3 volte la settimana (sto parlando di pesce azzurro e non di molluschi, che contengono colesterolo e non lo abbassano!). Tra i minerali forniti dal pesce azzurro, ecco spiccare fosforo, magnesio, potassio, ferro, selenio, calcio, iodio e rame. Tra le vitamine piu` importanti quelle del gruppo B e poi D e A.

Il pesce azzurro è un alimento ottimo non solo per gli acidi grassi, indispensabili per il benessere del cuore e della circolazione, ma anche perchè l’Omega-3 favorisce la protezione delle cellule dall’invecchiamento. In particolare in situazioni quali l’età avanzata, il diabete, l’obesità, gli acidi grassi della serie Omega-3 non possono essere derivati dall’acido linolenico, loro normale precursore, a causa del progressivo declino di attività dell’enzima delta-6-desaturasi; quindi l’apporto dell’alimentazione diventa indispensabile. L’acciuga europea, sott’olio, sgocciolata contiene 1,7 g di Omega-3!

venerdì 16 novembre 2012

Minestra di orzo e fagioli


Ingredienti
150 g di orzo perlato
150 g di fagioli freschi sgranati (oppure secchi ammollati in acqua fredda per una notte)
70 g di speck in una sola fetta una costola di sedano con qualche foglia
2 carote una patata
2 piccole cipolle una foglia di alloro un mazzetto di prezzemolo
2-3 rametti di maggiorana un rametto di rosmarino
1 spicchio di aglio
olio extravergine d'oliva
parmigiano grattugiato
sale
pepe

Raccogliete i fagioli in una casseruola, aggiungete una carota e una cipolla intere, qualche foglia di sedano e l'alloro, copriteli con abbondante acqua fredda, portate lentamente a ebollizione e fate sobbollire per circa un'ora; salate a fine cottura.

mercoledì 7 novembre 2012

Regione Emilia: storia e cucina!


Nella complessa storia della regione Emilia la vita di corte con tutti i suoi fasti ha certo avuto molto spazio e lo dimostra l'opulenza delle ricette che ci vengono proposte fin dagli albori della pubblicistica culinaria, a partire dal Maestro Martino che visse e operò a Roma intorno alla metà del XV secolo.

Nel suo libro ci fornisce per esempio la ricetta di una torta di formaggio che denomina «Torta bolognese», un cibo ricco per la sostanza degli ingredienti e gli aromi di spezie e erbette. 
«Piglierai altretanto cascio [...] et grattalo. Et nota che quanto è più grasso il cascio tanto è meglio; poi habi de le vietole, petrosillo et maiorana; et nettate et lavate che l'avrai, battile molto bene con un coltello, et mittirale inseme con questo cascio, menandole et mescolandole con le mani tanto che siano bene incorporate, agiongendovi quattro ova, et del pepe quanto basti, et un pocho di zafrano, item di bono strutto overo botiro frescho, mescolando et incorporando tutte queste cose molto bene inseme como ho ditto. Et questo pieno mettirai in una padella con una crosta di sotto et una di sopra, daendoli il focho temperatamente; et quando ti pare che sia meza cotta, perché para più bella, con un roscio d'ovo battuto con un pocho di zafrano la farai gialla. Et acconoscere quando ella è cotta ponerai mente quando la crosta di sopra si levarà et alzarà in suso, che allora starà bene et poterala levare dal focho».

Nei primi decenni del XVI secolo Cristoforo di Messisbugo che operò alla corte degli Estensi nel suo scritto intitolato Banchetti, composizioni di vivande ci fornisce la ricetta della «torta d'erbe alla ferrarese» (che poi si diffuse con alcune varianti in Romagna, in Liguria e nella toscana Lunigiana) e quella della mortadella divenuta ben presto famosa e rimasta legata soprattutto alla città di Bologna.

Un alimento antichissimo di questa regione è infatti quello fornito dalla carne di maiale, visto che le prime tracce di maiali allevati nel Piacentino riportano a un millennio prima dell'era cristiana.
A Bobbio, in Val Trebbia, all'interno dell'abbazia di San Colombano, si può ammirare un mosaico che raffigura il rito dell'uccisione del maiale e fonti documentarie del IX secolo riportano che i monaci dell'abbazia allevavano nelle selve di proprietà fino a quattromila suini all'anno.

Il primo ambasciatore della coppa fu il cardinale piacentino Giulio Alberini (1664-1752), ministro di Filippo V di Spagna, che dopo aver mediato il matrimonio del sovrano con Elisabetta Farnese fu un potente capo della diplomazia spagnola e l'inventore dei pranzi diplomatici. Estimatore convinto della coppa piacentina e degli altri salumi della sua terra di lui rimane la ricetta di un timballo di maccheroni con salsa di code di gamberi, besciamella, funghi, burro e formaggio.

Il medico e storiografo Marco Cesare Nannini documenta la produzione di zampone e cotechino già agli inizi del Cinquecento. La leggenda vuole che i due prodotti siano stati inventati nel 1511 a Mirandola, quando la città venne assediata dalle milizie di papa Giulio II della Rovere e la scarsità di vettovaglie affliggeva la popolazione. I mirandolesi si sarebbero ingegnati a utilizzare anche le parti del maiale fino ad allora trascurate, insaccando la carne nella cotenna, dando origine al cotechino, e successivamente nelle zampe, facendo nascere lo zampone.

Fama secolare ha la già citata mortadella denominata di Bologna perché pare che i salaroli bolognesi riuscirono a difendere il segreto della ricetta per secoli.
Nell'Ottocento è il romano Vincenzo Agnoletti a fornirci molte informazioni sulla cucina emiliana nella sua opera "La nuova cucina economica". Dal dolce di mandorle chiamato «Antinelli alla mantovana», alla interessante preparazione delle «Cipolle alla modenese» così descritte:
«Abbiate delle cipolle cotte in quel modo che vorrete, accomodatele sopra il piatto bene untato di butirro con sotto fettine sottili di mollica di pane, formaggio sbrinzo (= sorta di formaggio svizzero, così detto da Brienz, città del cantone di Berna) e parmigiano grattato e butirro, fategli prendere un bel colore al forno e servite con sopra un poco di culì».

Per rimanere nell'ambito delle verdure l'Agnoletti suggerisce i «Finocchi alla bolognese» molto elaborati e arricchiti:
«Quando saranno cotti in una bresa (= dal francese braise, tegame posto sulla brace) li finocchi, fategli ben scolare e levategli un poco del ciccio (= polpa) di mezzo, riempiteli poscia con un piccolo salpiccone (= sorta di ragù fatto di varie carni molto sminuzzate) cotto e ben ristretto, ovvero con una farsa (= farcia, ripieno) di vostro genio; indi infarinateli leggermente, indorateli con rosso d'uovo e butirro squagliato, panateli con metà pane e metà parmegiano grattato, fategli prendere un bel colore ad un forno temperato, ovvero friggeteli e serviteli». Una preparazione che troverà molte varianti nelle verdure ripiene che ancora oggi sono molto diffuse in tutta la regione. 

E infine nell'opera dell'Agnoletti compaiono i famosissimi «Tortelli e tortellini alla bolognese».
«Si danno due nomi a questa vivanda, abbenché si prepari con l'istessa pasta e coi medesimi ripieni; siccome fatti di una forma piccola, si servono per lo più in minestra col nome di tortellini, così anche fatti nell'istessa maniera, ma di forma più grande, si chiamano tortelli e si apprestano in tutte le precise maniere che li ravioli. Il modo di preparare tanto li tortelli che li tortellini è il seguente. Tirate una sfoglia sottile di pasta fatta come quella delle lasagne; indi con un tagliapasta grande o piccolo, secondo che vorrete, la taglierete in tanti tondi; ponete sopra ciascun tondo qualsivoglia ripieno che voi troverete descritto nell'articolo dei ravioli e ripiegateli nell'istessa maniera dei ravioli; unite poi le due estremità saldandole bene insieme con le dita. A questa vivanda si dà pure il nome di cappelletti, quando si copre la composizione con un altro tondo dell'istessa pasta, formando nel mezzo una specie di cupola di cappello. Alcuni nella pasta vi mettono un poco d'acqua tinta con zafferano e altri riempiono li tortelli o tortellini etc. con una farsa fatta con petto di pollo cotto, altrettanto midollo di manzo passato per setaccio, parmegiano grattato, sale, pepe pesto, canella in polvere e noce moscata e vi aggiungono alcune volte un poco di ricotta ed anche qualche rosso d'uovo, ma tutto ciò dipende da chi lavora per variare secondo il suo talento». 

Della ricca cucina della città di Parma Giovan Felice Luraschi, sempre nella prima metà dell'Ottocento, nel suo manuale Nuovo cuoco milanese economico ci fornisce la ricetta dei «Carciofi alla parmegiana» e quella del fegato invero molto elaborata. «Tridate dell'erba fine, cioè poco basilico, maggiorana e presemolo; queste erbe conviene farle passare nel burro ed a mezza cottura vi si porrà il fegato tagliato a fette e passato una sol quarta parte di esso nel fiore di farina, giacché il rimanente deve essere naturale. Fatelo cuocere a vivo fuoco, ed a mezza cottura versatevi sopra un bicchiere di brodo liscio con sale, pepe, e a perfetta cottura unitevi due rossi d'uova con una spremuta di mezzo limone onde collegare la frittura, usando la massima precauzione onde non passi la cottura; indi sgrassatela e datela in tavola».

Il maggior vanto ancora oggi di questa regione sono indubbiamente le paste all'uovo ripiene e no.
Sono sempre creazioni che non esigono fretta, anche se forse è ormai abbandonata la prescrizione tradizionale secondo la quale gli anolini, per esempio, esigono tre giorni di preparazione. Nel primo giorno ci si dovrebbe dedicare al ripieno, un altro giorno sarebbe necessario per farlo riposare, mentre l'ultimo andrebbe riservato all'impasto e alla fabbricazione dei fagottini arrotondati che ospitano la farcia.

Per il ripieno ogni città ha le sue peculiarità. 
A Ferrara, ingredienti caratteristici sono le cervella e il petto di tacchino.
A Modena, specialità sono i ravioli a base di varie carni arrosto.
A Bologna, trionfo dei tortellini, che, dice la leggenda, furono ispirati a un oste, estasiato dalla vista dell'ombelico di Venere. Segue la sfilata delle paste con ripieno di magro.
I tortelli di Piacenza hanno il cuore di ricotta e erbette e sono avvolti a farfalla; si trovano simili anche a Parma, mentre a Ferrara entrano nel ripieno la zucca e il formaggio e si chiamano «cappellacci».
Ci sono poi le paste imbottite e passate al forno, prime fra tutte le morbide, succulente lasagne.

Si scelgono di preferenza uova dal guscio piuttosto scuro perché i tuorli promettono di essere particolarmente coloriti e di dare quindi alla pasta una bella tinta dorata. Secondo il tipo di pasta che si vuole ottenere, la sfoglia sarà più o meno sottile: stesa spessa col matterello ma tagliata fine per le paste da brodo (quadrucci, taglierini, maltagliati), tutto al contrario per le paste asciutte (lasagne, tagliatelle, garganelli, ecc.), dove la sfoglia sarà sottile e tagliata larga.
Condimento sovrano è il ragù, che ha qui la sua culla: è un ricco, sontuoso insieme di carni e di aromi, che esige lunga e paziente cottura. Ma i tortelli tradizionalmente vanno serviti in brodo. Anche per la lavorazione della carne suina ogni città ha la sua specialità: coppa e pancetta a Piacenza, prosciutto e culatello a Parma; l'ormai scomparso, o rarissimo, «zucco» (un salame molto drogato, da cuocere) a Reggio; zampone a Modena, «salama da sugo» a Ferrara, mortadella a Bologna.

Capitale italiana del prosciutto è Parma: gli stabilimenti di produzione sono concentrati in una zona particolare dove spira un venticello marino che dal Tirreno, attraverso la Versilia e l'Appennino, giunge nel Parmense portando il suo benefico réfolo che favorisce la stagionatura. Tra i salumi emiliani la più misteriosa è la «salama da sugo», che gli Estensi servivano come afrodisiaco. Ancora oggi è sempre presente nei pranzi di nozze. È carne suina insaccata che si lascia maturare un anno, intrisa di vino e spezie, sotto la cenere. Prima di essere servita, è oggetto di una lunghissima bollitura; ne esce un cibo greve, eccitante, la cui digestione è altrettanto laboriosa della cottura.

Per la larga presenza della colonia ebraica soprattutto a Ferrara e a Reggio, si ritrovano numerosi piatti di quella tradizione: così, il prosciutto d'oca, così il «buricco», una specie di grosso raviolo ripieno di carne tritata, così l'«hamin», tagliolini all'uovo bolliti e conditi con grasso d'oca, uvetta e pinoli, e poi messi in forno, e i dolci di marzapane o fritti, le chiazze al formaggio e il polpettone di pollo e tacchino.

Discorso a sé meritano le anguille della zona di Comacchio e Ferrara; si cuociono in vari modi secondo i gusti e la grandezza: si va da quelle gigantesche a quelle minuscole, simili ad aghetti guizzanti che finiscono ancora vivi in padella. È comunque pesce ad altissimo potere calorico, ideale col freddo; non manca mai nel pranzo di magro della vigilia di Natale.

Terzo grande protagonista della cucina emiliana è il famoso formaggio che si chiama genericamente «grana» e che fu per molti anni oggetto di una zuffa accesissima tra Parma e Reggio. Entrambe ne reclamavano l'origine e il primato; in realtà nacque in Val d'Enza, nel Reggiano, ma poiché quella zona gravitava commercialmente su Parma, il prezioso formaggio fu chiamato «parmigiano».

Ottimi sono anche i dolci, primo fra tutti la cosiddetta «zuppa inglese» (inglese, chissà perché), a base di pandispagna inzuppato in alkermes e farcito di crema e cioccolato, a strati. Eccezionale il «panpepato» ferrarese (a proposito di pane, Ferrara produce uno dei migliori d'Italia), nel quale al tempo degli Estensi si usava nascondere all'interno un ducato d'oro che andava in dono al commensale che l'avesse trovato nel suo trancio. Nato probabilmente nel chiuso di qualche monastero, vista la povertà di grassi che lo rendeva presentabile anche nei giorni di magro e la forma che riproduce lo zucchetto degli ecclesiastici. È fatto con farina, miele, canditi, spezie, pepe, mandorle e ha una copertura di cacao.

Ricordiamo il «buricco», che è un dolcetto quadrato di pasta frolla con un ripieno di mandorle e zucchero. È caratteristico della zona di Ferrara e di Reggio Emilia, dove è stato mutuato dalla tradizione della colonia ebraica per la quale è un dolce rituale. 

Una delle più ricche cucine italiane ricordiamo il «Timballo di maccheroni», che può essere definito la più classica esperienza di agrodolce rinascimentale che offre la città di Ferrara. La ricetta arriva direttamente dalle tradizioni culinarie dei Gonzaga e del Rinascimento. Oggi viene preparata nelle famiglie di stretta osservanza, in qualche ristorante, ma soprattutto nei caffè eleganti della città, dove è uso prendere l'aperitivo o una tazza di tè sbocconcellando un timballo. Il nome designa fedelmente la composizione: un involucro (in casa è grande ma nei caffè ha le dimensioni di una tartina da monoporzione) di pasta dolce che racchiude un ripieno di maccheroncini rigati insaporiti con un buon ragù di carne, burro, formaggio e besciamella.

mercoledì 31 ottobre 2012

Festeggiamo Halloween...stasera Tortino Mannaro!

Ingredienti:
  • 300 gr. di zucca
  • 3 patate
  • 1 scalogno
  • 3 uova
  • brodo vegetale
  • latte
  • pan carrè
  • parmigiano
  • pan grattato
  • noce moscata
  • pepe
  • salvia e rosmarino
  • olio extra vergine di oliva
Prepararazione:
Tagliare sottilmente lo scalogno e farlo rosolare in una padella con pochissimo olio. Tagliare a pezzettini le patate e la zucca e farle insaporire in padella con salvia, rosmarino e pepe.
Far cuocere con il coperchio funché le verdure non saranno morbide e poi passarle nello schiacciapatate e farle intiepidire. Ammollare nel latte il pan carrè privato della crosta e sbriciolato. Intanto sbattere le uova con sale, pepe e noce moscata. Unire il composto di verdure ed il pancarrè ammollato, aggiungere il parmigiano a piacere fino ad ottenere un composto non troppo liquido.
Ungere una teglia da plum cake e mettere nel fondo e nelle pareti un pò di pangrattato e parmigiano. Infornare per circa 30/40 minuti nel forno preriscaldato a 150°.

mercoledì 24 ottobre 2012

Cappelletti, chi più ne ha più ne metta: storia e origini

I cappelletti sono un formato di pasta ripiena che si ottiene tagliando la sfoglia di pasta all'uovo in quadrati o cerchi, al centro dei quali viene posto il ripieno; la pasta viene poi piegata prima in due a triangolo, e poi unendo le estremità intorno a un dito della mano. 

I cappelletti vengono poi cotti in brodo di carne, preferibilmente di pollo.

Essendo una ricetta molto diffusa al giorno d'oggi su ampia base territoriale, molte tradizioni locali reclamano la primogenitura di questo piatto. Sicuramente l'area di origine, comunque, è l'Italia settentrionale, probabilmente con lo sviluppo di tradizioni parallele, che in parte sussistono ancora oggi.

In Romagna, dove è particolare anche il modo di "chiuderli", i cappelletti sono detti caplèt e costituiscono un piatto natalizio d'obbligo in tutta la regione. La tradizione più tipica è quella di confezionare il ripieno dei cappelletti privo di carne, come riportato da Michele Placucci nella sua celebre opera Usi, e pregiudizj de' contadini della Romagna.
Pellegrino Artusi, nel suo La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene, descrive la particolare ricetta dei "cappelletti all’uso di Romagna con carne di maiale" (ricetta n. 7), con ripieno a base di ricotta (o ricotta e raviggiolo), petto di cappone o lombata di maiale, da cuocere nel brodo di cappone.

Nelle Marche, da nord a sud, i cappelletti sono considerati pasta tradizionale tipica e sono anche per questo apprezzati. Mentre i tortellini in alcune aree marchigiane sono giunti solo nel dopoguerra, i cappelletti sono da sempre preparati in casa in tutta le regione. Anche nelle Marche alcune ricorrenze annuali, come i grandi pranzi di Natale, prevedono come primo piatto, quasi obbligatoriamente, i cappelletti in brodo. I cappelletti asciutti, con ragù di carne o altra salsa, sono una creazione recente.

I cappelletti si distinguono dai tortellini (che in Emilia sono più comuni dei cappelletti) per il diverso ripieno, in quanto il ripieno del tortellino ha la carne mentre il cappelletto no, e per il modo di chiuderli. Una volta messo il ripieno nella pasta, questa viene piegata su se stessa, poi - tramite un attrezzo munito di lama circolare - si tagliano dei fagottini.

Il ripieno dei cappelletti è diverso a seconda delle zone:
Nelle ricette romagnole, il ripieno è detto e' pin d'é caplèt, ed è a base di ricotta, a cui possono essere aggiunti altri formaggi teneri (caciotta o raviggiolo), parmigiano-reggiano grattugiato, noce moscata, uova crude e in alcune zone scorza di limone grattata.
Nelle ricette marchigiane, il ripieno è invece a base di carni stufate comprensive degli "odori" sedano, carota e poca cipolla, passati al tritacarne, a cui vengono aggiunti uova crude, formaggio stagionato grattuggiato, noce moscata e scorza di limone grattata.

Se il cappelletto è generalmente di taglia piccola e va consumato in brodo, la variante cappellaccio o "tortello", di identica forma, ma di dimensione almeno doppia, viene consumata asciutta; tipico di Ferrara e di Reggio Emilia è il cappellaccio di zucca con ripieno a base di zucca, tipico di Mantova il tortello ripieno di zucca e amaretto.

venerdì 19 ottobre 2012

Ricetta veloce: I conchiglioni provenzali!


Ingredienti per 4 persone: 
400 gr. di conchiglioni (pasta)
150 gr. di olive nere snocciolate
8- 10 filetti di acciuga sottolio
70 gr. di capperi sotto sale
2 o 3 spicchi d’aglio grossi
Pepe nero
Sale
Olio extravergine d’oliva

La praticità di questa ricetta è che si può preparare agevolmente mentre attendete il tempo di cottura della pasta e, se siete veramente di corsa, fate anche in tempo ad apparecchiare! Mentre la vostra pasta attende la fine della cottura, mettete tutti gli ingredienti in un tritatutto ed aggiungete piano piano l’olio d’oliva in modo da ottenere una salsa della quale deciderete voi la densità aumentando o meno l’olio.

Scolate i vostri conchiglioni, aggiungete la salsa tapenade e serviteli con pepe nero macinato all’istante. Se desiderate sperimentare ecco alcuni consigli: aggiungete della menta selvatica o dell’origano per quanto riguarda le spezie. Potete variare la ricetta base aggiungendo qualche pezzetto di peperone rosso e giallo all’impasto oppure, per virarla decisamente sul “marinaro”, aggiungete del tonno sottolio!

mercoledì 10 ottobre 2012

Una gustosa pizza primavera... chi può resistere!


Stiamo andando verso l'autunno però una pizza che sa di primavera migliora l'umore!

Ingredienti: 

  • pasta per la pizza 
  • 200 gr mozzarella 
  • 200 gr prosciutto crudo 
  • rucola 
  • scaglie di parmigiano 
  • olio extra vergine d’oliva 


Preparazione: Preparare l’impasto della pizza seguendo la ricetta: Pasta per pizza Stendere la pasta su una teglia unta d'olio, spennellare con un filo d’olio la pizza e metterla in forno preriscaldato a 250 °C per circa 10 min.

Tirarla fuori e mettervi sopra in modo uniforme la mozzarella. Rimettere la pizza nel forno per altri dieci min. Quando la mozzarella sarà fusa e pizza ben cotta, estrarre la pizza dal forno, mettere il prosciutto crudo, la rucola e le scaglie di parmigiano.

Gnam!

lunedì 8 ottobre 2012

Cannelloni come solo mamma sa fare

I cannelloni rappresentano una ricetta classica di pasta fresca ripiena tipica dell’Emilia Romagna ma preparati in tutto il nostro paese con diverse varianti presenti non solo da regione a regione ma addirittura di casa in casa. I cannelloni sono un primo piatto molto delicato e saporito che piacerà sicuramente anche ai vostri bambini. I cannelloni che vi proponiamo sono farciti con della carne, che ovviamente può essere sostituita con una grande varietà di altri ripieni.

Per il ripieno di 10 cannelloni 

  • Carne bovina trita 150 gr 
  • Cipolle 1 piccola 
  • Olio 3 cucchiai 
  • Pangrattato 1 cucchiaio 
  • Parmigiano Reggiano 50 gr 
  • Pepe macinato q.b. 
  • Pollo 200 gr 
  • Prosciutto crudo 50 gr 
  • Sale q.b. 
  • Salsiccia 100 gr 
  • Uova medie 2 


PREPARAZIONE 
Tritate la cipolla, fatela appassire nell’olio, aggiungete la carne trita, la salsiccia, il prosciutto crudo tritato e il pollo tritato. Lasciate rosolare sgranando la carne con un mestolo o con una forchetta, poi salate, pepate e spegnete il fuoco. Lasciate raffreddare la carne (se risultasse a grana troppo grossa, tritatela per qualche secondo con le lame di un mixer) e poi unite due uova, il pangrattato e il parmigiano, quindi impastate. Il composto dovrà risultare piuttosto asciutto. Preparate la salsa di pomodoro mettendo in un tegame 3 cucchiai di olio e l’aglio, che farete dorare; aggiungete la passata, salate e lasciate insaporire per 10-15 minuti a fuoco medio, quindi spegnete il fuoco e aggiungete il basilico. Preparate la besciamella con gli ingredienti indicati.

Ora che tutto è pronto, passate quindi all’assemblaggio dei cannelloni: se avete le sfoglie, ponete al centro di ogni rettangolo un po’ di ripieno poi arrotolate la pasta su se stessa e poggiatela con la chiusura verso il basso sul fondo di una teglia/pirofila con un goccio di olio e un po’ di salsa di pomodoro. Diversamente riempiteli con un cucchiaino.

Una volta riempita la teglia, cospargete i cannelloni con la besciamella, poi stendete qualche cucchiaiata di salsa di pomodoro e terminate cospargendo con il parmigiano grattugiato. Infornate i cannelloni in forno già caldo a 180° per 40 minuti, poi alzate a 200° per 10 minuti o fino a che la superficie non sarà ben gratinata. Estraete i cannelloni dal forno e lascia teli riposare per almeno 10 minuti prima di servirli.

lunedì 24 settembre 2012

TORTELLINI DELLA CASA (dei Cappelletti)


Ingredienti:
100 g di prosciutto cotto (anche crudo)
300/400 g di piselli freschi o surgelati
burro a piacere
1 cipolla piccola
450 g. di tortellini o cappelletti
1 busta da 200 ml di panna da cucina
parmigiano/grana grattugiato q.b.
latte


Preparazione:
Mettete su l'acqua per i tortellini o cappelletti. Frullare la cipolla, il prosciutto e il burro senza raggiungere la consistenza della crema, controllate che siano a piccoli pezzi e fermatevi. Se il prosciutto è già a dadini piccoli mettetelo in un secondo momento. Aggiungere i piselli, panna, sale, pepe e un mestolo d'acqua della pasta o brodo. Mettete in padella a cuocere per circa 15 minuti, assaggiate e controllate la sapidità. Lessare i tortellini/cappelletti, condirli con il sugo preparato e aggiungere il parmigiano grattugiato. Se risultano troppo asciutti, aggiungete due cucchiai di latte e servite.

foto: wecookathome

Zuppa di cipolle gratinata

La zuppa di cipolle è un piatto tradizionale di molti paesi, la più rinomata però, è senz’altro quella francese, la parigina “Soupe à l'oignon”, che si è trasformata in un piatto raffinato preparato nei migliori ristoranti francesi. L’antica tradizione voleva che si andasse a mangiare la zuppa di cipolle nei bistrot vicini alle Halles (i mercati generali), all’alba dopo una notte di baldoria, e ancora oggi, alcuni di questi locali, aperti tutta la notte, servono questa gustosissima zuppa.

Ingredienti:
  • Brodo di manzo 1 litro circa 
  • Burro 50 g 
  • Cipolle dorate 500 g 
  • Farina 20 gr 
  • Olio 4 cucchiai 
  • Pepe nero q.b. 
  • Sale q.b. 
  • Zucchero 1 cucchiaino

Preparazione:
Mondate le cipolle e tagliatele ad anelli sottilissimi. Ponetele poi in un tegame con 50 g di burro e 3-4 cucchiai d’olio. Lasciate cuocere a fuoco basso per 10 minuti, poi aggiungete un cucchiaino di zucchero e procedete con la cottura a fuoco moderato finchè le cipolle sudino senza prendere colore; fate molta attenzione a non farle scurire in nessun punto.

Quando cominceranno a divenire leggermente bionde, spolveratele con la farina, che farete cadere da un setaccio (colino), quindi mescolate con cura per qualche minuto. A questo punto aggiungete il brodo (oppure, per rendere la zuppa più ricca potete sfumare con mezzo bicchiere di vino bianco o un bicchierino di brandy) che, secondo gli antichi testi francesi, dovrebbe essere preparato con la coda di bue; lasciate sobbollire per almeno 30 minuti a fuoco moderato, aggiungendo del brodo quando serve. Quando la zuppa sarà cotta, aggiustate di sale e pepe e versate il tutto in quattro contenitori da forno; affettate il pane (se proprio volete essere fedeli alla ricetta procuratevi una baguette) e abbrustolitelo.

 Adagiate le fette di pane sulla superficie della zuppa e ricoprite con abbondante groviera o emmenthal grattugiati (o formaggi similari). Ponete quindi i 4 contenitori nel forno preriscaldato a 250°C (o nella salamandra) per il tempo necessario affinché si formi una crosticina dorata sulla superficie della zuppa (pochi minuti). Servite la zuppa di cipolle gratinata caldissima.

fonte: giallozafferano

lunedì 10 settembre 2012

Asparagi allo zabaione salato, un antipasto gustoso!

Ingredienti:
Asparagi verdi 600 gr
Burro 60 gr
Pepe q.b.
Sale q.b.
Uova 4 tuorli
Vino bianco 80 ml

Gli asparagi allo zabaione salato sono un antipasto gustoso e originale e rappresentano un modo alternativo di servire gli asparagi verdi, che vengono bolliti e per finire conditi con una soffice e cremosa salsa.

Gli asparagi allo zabaione salato vengono insaporiti dalla versione salata di una delle creme più classiche e apprezzate: lo zabaione, preparato però con uova, vino bianco secco e burro e insaporito da una bella macinata di pepe nero.

Preparazione:
Per preparare gli asparagi allo zabaione lavate gli asparagi, eliminate le parti bianche dei gambi e raschiateli per eliminare le parti esterne più dure (clicca qui per vedere come). Raccoglieteli in un mazzetto legato con dello spago da cucina e bolliteli in acqua salata per 10/15 minuti, finchè saranno cotti ma ancora compatti.

Scolateli e teneteli in caldo mentre preparerete lo zabaione salato. Mettete in una pentola di acciaio dal fondo spesso (che dovrà essere poi posta a bagnomaria) i 4 tuorli e sbatteli con una frusta aggiungendo un pizzico di sale. Immergete la pentola a bagnomaria in un'altra pentola più grande che la contenga, riempita per 1/3 di acqua caldissima: il fuoco deve essere molto basso e l’acqua non deve mai bollire, ma piuttosto deve mantenere un lieve fremito.

Aggiungete il burro ammorbidito continuando a lavorare il composto energicamente con una frusta; quando il composto sarà omogeneo iniziate a versare il vino a filo continuando a mescolare energicamente, continuate fino a quando la crema comincerà ad addensarsi. Togliete quindi lo zabaione dal fuoco e versatelo sulle punte degli asparagi, cospargete di pepe a piacere e servite gli asparagi allo zabaione salato immediatamente.

lunedì 3 settembre 2012

Tortino di risotto alle erbe e pollo alla menta: un'esplosione di gusto!


Ingredienti:

- 100 g di riso Roma
- petto di pollo
- cipolla
- aglio
- menta
- erbe provenzali: (timo, rosmarino, basilico, finocchio, salvia, maggiorana, menta, origano, e santoreggia)
- pinoli


Preparazione 30-40 minuti


In padella antiaderente e a fondo alto si mette a soffriggere cipolla e aglio schiacciato badando a sfumare con un pochino di vino, quindi si aggiunge il riso per la tostatura. Una volta tostato si aggiunge acqua calda un bicchiere e mezzo bicchiere di vino bianco.
Quindi si aggiungono le Erbe provenzali un cucchiaio e si cuoce come un risotto normalea fuoco lento stando attenti di aggiungere un un pochino di acqua calda ogni tanto per non lasciarlo mai asciugare.

Mentre il riso cuoce si fa un trito al coltello con la carne di pollo. Ora si aggiunge un cucchiaino di menta secca, una spruzzata di paprica dolce e un pizzico di peperoncino nell'impasto di carne e si fanno dei piccoli hamburgherini stando attenti a comprimere bene la carne perchè non si disfi durante la cottutra. Schiacciare bene dei pinoli e premerli bene su un lato degli hamburgherini.

Cotto il riso si manteca senza burro, panna o altro, su un fuoco vivace per asciugare meglio il riso. Si versa negli stampini, che possono essere anche le coppette dei budini lasciando raffreddare qualche minuto, e ci si dedica alla carne.

In padella mettere un goccino di olio di oliva o una noce di burro, secondo il proprio gusto, uno spicchio d'aglio schiacciato e cuocere bene gli hamburgherini stando attenti a dorare senza bruciare i pezzi di pinoli sul lato.

Sul piatto si versa delicatamente il riso ottenendo il tortino e sopra il tortino si poggia l'hamburgher alla menta stando attenti a lasciare i lato con i pinoli tostati insieme alla carne in alto. Si spolvera tutto con la menta secca, si guarnisce con menta fresca. Lo si serve e lo si mangia! Buon appetito!


Ricetta di Matteo Corradi

lunedì 6 agosto 2012

Aperitivo estivo: insalatina di sedano con gelatina di pomodoro


Ingredienti (per 4 bicchierini da liquore o 2 bicchieri grandi)
350 g ca. di pomodori maturi, ma sodi
un cuore di sedano
8 g di gelatina in fogli (4 fogli)
olio extra vergine di oliva
sale
pepe

Preparazione
Portate a ebollizione una pentola d'acqua. Scottate per qualche istante i pomodori nell'acqua in ebollizione. Sgocciolateli. Passateli sotto acqua fredda corrente. Sbucciateli, tagliateli in quarti, eliminate i semi. Frullate la polpa con qualche fogliolina del cuore di sedano, sale e pepe (volendo potete aggiungere qualche goccia di tabasco, come suggerito nella ricetta originale).

Ammorbidite i fogli di gelatina in acqua fredda per 10 minuti. Sgocciolateli, strizzateli e scioglieteli a fiamma molto bassa con qualche cucchiaio della salsa di pomodoro preparata. Unite il composto ottenuto al resto della passata e distribuite nei bicchieri o bicchierini.
Fate rassodare la gelatina di pomodoro in frigorifero per almeno 6 ore. Lavate il cuore del sedano, eliminate i filamenti laterali con un coltellino. Tagliate le coste pulite in dadini molto piccoli e conditeli con olio, sale e pepe. Distribuite l'insalatina di sedano sulla gelatina di pomodoro.

lunedì 30 luglio 2012

Voglia di pizza leggera ma saporita? La pizza Bresaola e Grana è la soluzione!

Voglia di pizza leggera ma saporita? La pizza Bresaola e Grana è la soluzione! Si tratta di una pizza ricca di ingredienti leggeri e nutrienti. La bresaola, ad esempio, è uno dei salumi più poveri di grassi, e può sostituire egregiamente, nella pizza come in altre ricette, altri tipi di salumi ed insaccati come, il prosciutto o il salame. La rucola fa da contorno agli ingredienti di questa pizza e qualche scaglia di Grana Padano arricchisce col proprio sapore incondondibile questa pizza, senza alterarne la leggerezza.

 Ingredienti per 4 persone:
 500 g di farina tipo 00 setacciata;
 12 g di lievito di birra;
 250 ml di acqua tiepida;
 10 g di sale;
 25 g di olio extravergine d'oliva;
 200g di bresaola;
 100g di Grana Padano D.O.P.
 Rucola q.b.
 Sale q.b.  

Preparazione: 
Per preparare la pasta per la pizza disponete la farina a fontana su di una spianatoia (o in una  capiente bacinella) e formate un buco al centro. Prendete una ciotolina di  vetro, versateci un bicchiere d'acqua tiepida,  sbriciolatevi  dentro il cubetto di  lievito di birra. Mescolate fino a fare sciogliere  bene il tutto e inserite al centro della farina il composto d'acqua e lievito.

Ora, a parte, sciogliete 20 gr di sale in un altro bicchiere  d'acqua tiepida; aggiungete l'olio e inseriteli nella farina. Tenete vicino a voi un po’ di farina e la restante acqua tiepida, che  integrerete nell’impasto mano a mano, fino a raggiungere la consistenza  desiderata, che deve essere morbida ed elastica (a seconda della farina usata,  potrebbe servirvi un po’ d'acqua in più o in meno).

Continuate ad impastare fino ad ottenere un impasto liscio e morbido ma consistente, con  il quale formerete  una palla che andrete  ad adagiare in una capiente ciotola (ricordatevi che l’impasto raddoppierà il  suo volume), adeguatamente spolverizzata di farina sul fondo.
Coprite la ciotola con un canovaccio pulito e riponetela in un luogo tiepido e lontano da correnti d’aria, come il forno spento di casa vostra.
Attendete che l‘impasto abbia raddoppiato il proprio volume (ci vorrà 1 ora - 1  ora e 1/2 ) e poi procedete alla stesura della pasta per la pizza.

Cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 20-25 minuti.

Tirare fuori la pizza, aggiungere la bresaola e completare la cottura in forno, per un'altra decina di minuti. Poco prima della fine della cottura, aggiunere la rucola e le scaglie di Grana.

martedì 24 luglio 2012

Fajitas di pollo e verdure


Ingredienti:
8 tortillas
400 gr di petto di pollo
150 gr di formaggio a pasta morbida (robiola-certosa)
1 piccolo cespo di lattuga
1 peperone rosso
1 carota
2 pomodori tipo ramato
sale q.b.
1 pizzico di peperoncino in polvere
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 pizzico di cumino in polvere
½ cipolla

Preparazione:
Lavate le verdure, pulite la carota e tagliata a julienne. Tagliate i pomodori a metà, privateli del semi poi tagliateli a cubetti piccoli. Eliminate semi e filamenti interni del peperone, affettatelo a listarelle insieme alla cipolla che cuocerete in una padella antiaderente per 5 minuti con un cucchiaio d'olio e 1 pizzico di sale. Spezzettate grossolanamente le foglie di lattuga. 


Tagliate a listarelle di 1 cm circa il pollo e le olive tagliate a rondelle. Riunite carote, olive, pomodori e lattuga in una ciotola e insaporitele con 1 cucchiaio di olio e sale. In una ciotola emulsionate olio, cumino, peperoncino, un pizzico di sale e passatevi il pollo lasciandolo insaporire per 10 minuti. Cuocete il pollo in una padella antiaderente fino a rendere la carne dorata e croccante. 


Scaldate per 2 minuti le tortillas in una padella antiaderente, spalmate su ciascuna uno strato di formaggio spalmabile (a scelta tra certosa, robiola…) e aggiungete tutte le verdure (sia cotte che crude) Arrotolate le tortillas su se stesse, avvolgetele in piccoli tovaglioli colorati e servite. 
Consiglio.. le tortillas si possono sostituire con piadine sottili e morbide.

martedì 17 luglio 2012

Torta salata "spinucca": spinaci e zucca!


Ingredienti:
500g zucca
600g spinaci
4 albumi
80g parmigiano
400g latte scremato 
30g avena macinata 
sale
noce moscata 
2 piccoli scalogni

Preparazione:
Cuocere gli spinaci e la zucca tagliata a pezzetti in due padelle separate,con uno scalogno ed un poco d'acqua. Preparare la besciamella con l'avena macinata fine,il latte,sale e noce moscata.

 Una volta che le verdure sono intiepidite,passarle col mixer e aggiungere in ogni padella due albumi,metà formaggio e metà besciamella.

Versare i due composti in uno stampo capiente (il mio è 26cm) e cuocere a 170° per un'ora. Piace ai bimbi, che di solito non amano mangiare la verdura.

lunedì 9 luglio 2012

Asparagi alla pancetta



INGREDIENTI 
 50 g di pancetta magra a cubetti
1 mazzo di asparagi da 400 g circa
200 ml di brodo vegetale
1 cucchiaio d'olio extravergine di oliva
2 spicchi d'aglio pepe sale

PREPARAZIONE
Togliere dalla pancetta il grasso in eccesso. Lavare accuratamente gli asparagi sotto acqua corrente, rimuovere la parte bianca del gambo, raschiarli con un coltello non troppo affilato facendo molta attenzione a non toccare le punte, fragili e delicate.
Tagliare i primi 2-3 cm di punta ed affettare il gambo a tondini di mezzo centimetro di spessore. Scaldare il brodo. Mettere in una padella l'olio, l'aglio spellato e farlo ben dorare su fiamma vivace. Unire la pancetta, una grattugiata di pepe e farla ben rosolare.
Togliere l'aglio, unire gli asparagi, una grattugiata di pepe e far cuocere per qualche minuto a fiamma vivace. Unire un mestolo di brodo vegetale, coprire e cuocere a fiamma media per 10 minuti circa. Se il fondo di cottura dovesse asciugarsi troppo unire altro brodo vegetale. A fine cottura regolare di sale e servire.

Autore: Barbara Farinelli

mercoledì 4 luglio 2012

Insalata di peperoni crudi, formaggio, noci e sedano


Ingredienti per 3 persone 
3 grossi peperoni gialli e rossi a piacere
un sedano
100 g di formaggio (raschera o testun o toma oppure altri formaggi non troppo dolci)
10 noci
aceto balsamico
olio extravergine d'oliva

Preparazione:
Affettare a piccoli cubetti regolari i peperoni, il sedano e il formaggio.
Sgusciare le noci e tagliarle in piccoli pezzi evitando che si sbriciolino.
Raccogliere tutti gli ingredienti in una ciotola capiente, condire con olio e aceto balsamico a piacere.
Lasciare in frigo per almeno 3 ore.
Servire a temperatura ambiente dopo aver lasciato riposare fuori dal frigo per 30 minuti.

venerdì 29 giugno 2012

La vera storia delle lasagne!


Le lasagne alla Bolognese sono un piatto tipico della gastronomia dell’Emilia Romagna e, da come si evince dal nome, della città di Bologna. Naturalmente, nonostante la paternità di questa ricetta sia Emiliana, le lasagne sono conosciute a tal punto che sono diventate un simbolo della cucina italiana nel mondo.

Per preparare una buona lasagna alla Bolognese, la cosa fondamentale è la giusta scelta degli ingredienti: per prima cosa la carne, che deve essere rigorosamente, per metà di manzo e metà di maiale per dare sapore alla ricetta, poi la polpa di pomodoro che deve essere di buona qualità, ed infine, ma non per ultime le lasagne vere e proprie, che devono essere tra le migliori, anche se sarebbe meglio prepararle da se in casa.

LA STORIA

Chi pensa che le lasagne siano un piatto abbastanza recente, si sbaglia di grosso, infatti, la storia di questa buonissima ricetta, affonda le sue radici niente poco di meno che nell’età Romana. Ovviamente, a quel periodo, le lasagne non erano come le conosciamo noi oggi ma consistevano in alcune strisce di pasta tagliata a quadrotti più o meno regolari, cotti in pentola o sulla piastra e conditi con legumi e formaggio. Per molti secoli ancora, le lasagne rimasero quelle inventate dai Romani e venivano chiamate “lasana” o “lasanum” che stava a significare “vaso, recipiente”. Questo fino al XIV secolo, quando Francesco Zambrini scoprì per la prima volta che quelle strisce di pasta potevano essere lasciate intatte ed addirittura si potevano creare degli strati da farcire con il formaggio.

A testimonianza di questa scoperta, Zambrini riportò la ricetta nel suo libro di cucina e, a quanto pare, ebbe un enorme successo visto che da quel giorno le lasagne furono a strati. Non si sa esattamente come si è passati da questa primitiva lasagna alla lasagna alla Bolognese e, nemmeno il padre della cucina italiana Pellegrino Artusi, ne parlanel suo grande libro di cucina che raccoglie le ricette tradizionali italiane. Nel corso del tempo, le lasagne divennero un piatto molto popolare ed amato, grazie anche ad alcuni ristoranti Bolognesi che iniziarono a farle conoscere alla loro clientela agli inizi del 900.

giovedì 21 giugno 2012

Parmigiana di melanzane estiva




Ingredienti: (per 4 persone)
2 melanzane siciliane tonde
500g di  mozzarella di bufala (io ne ho prese 2 da 250g)
500g di pomodori (io ne ho presi 2 grandi)
basilico
sale
pepe
olio extravergine d’oliva

La parmigiana di melanzane estiva è un secondo facile e veloce da preparare, oltre che una ricetta light! Si tratta di piatto che prevede gli ingredienti principali della parmigiana di melanzane, ma serviti a freddo. Per avere una parmigiana ordinata e bella da vedere, cercate di scegliere mozzarella, melanzana e pomodori che abbiamo piu’ o meno la stessa grandezza.

Se fatta in porzioni ridotte, la parmigiana di melanzane può risultare un antipasto freddo molto sfizioso. Io ho usato le melanzane siciliane tonde, se volete fare delle parmigiane piu’ piccole, potete usare le melanzane lunghe (tagliandole sempre a rondelle) e ovviamente bocconcini di mozzarella e pomodorini. Spero che l’idea vi piaccia! Infine, potete decidere se fare la parmigiana di melanzane light bella altà e poi tagliarla a metà per servire ai vostri ospiti, o già porzionta ma piu’ bassa.

Preparazione:
Lavate le melanzane e tagliatele a fettine spesse circa mezzo centrimetro. Arrostite le melanzane per qualche minuto, rigiratele e finite di cuocerle. Fatele raffreddare e salatele. Tagliate i pomodori a fette di mezzo centimetro e salateli.  
Tagliate la mozzarella a fette di mezzo centimetro. Su un piatto da portata preparate la parmigiana di melanzane estiva alternando una fetta di melanzana, una di pomodoro, una fetta di mozzarella, del basilico spezzettato e un po’ di pepe.
Continuate fino ad avere l’altezza desiderata e completate con una fetta di melanzana. Servite con un filo d’olio a crudo. Ecco a voi la mia parmigiana estiva!

fonte:gnamgnam.it

mercoledì 13 giugno 2012

Ricetta Torta al limone: fresca e soffice come la primavera!



Ingredienti:
4 uova
200 g di zucchero
1 bicchiere di olio di semi
1 limone
200 g di farina 00
50 g di fecola di papate
1 bustina di lievito
300 ml di acqua
200 gr di zucchero
50 gr di fecola
1 tuorlo d'uovo
1 uovo intero
1 limone
zucchero a velo

Preparazione:
Questo dolce fresco e leggero, è particolarmente soffice al punto che si scioglie in bocca, può essere accompagnata da una tazza di thè caldo. In primavera fa sentire il risveglio della natura con il suo profumo e in estate ricorda il giallo del sole senza riempire troppo.

Separare i tuorli dagli albumi, dopo di che montare gli albumi a neve. In una ciotola a parte montare insieme i tuorli con lo zucchero e in seguito aggiungere il succo di limone, la buccia di limone gratuggiata e l'olio. Versare la farina, la fecola e del lievito setacciato.

Infine aggiungere all'impasto, gli albumi montati a neve e incorporare l'impasto.Imburrare ed infarinare la tortiera e versarci l'impasto, infornare il tutto in forno gia caldo a 180° per 30 minuti circa. Nel frattempo che la torta si cuoce, preparare la crema per farcirla.

In una casseruola sciogliere lo zucchero nel'acqua, a parte montare l'uovo intero, il succo e la buccia di limone e la fecola.

Versare man mano la miscela dell'uovo nella casseruola e mescolare, cuocere la crema per 10 minuti circa continuando a mescolare finche la crema non si addensi del tutto.Tagliare la torta raffreddata a meta e spalmare la crema al limone livellandola chiudere il dolce e decorarlo con dello zucchero a velo, o altre decorazioni.

giovedì 7 giugno 2012

Tortellini panna e prosciutto un classico intramontabile



Ingredienti:
  • Burro 30 gr 
  • Noce moscata 1 pizzico 
  • Panna fresca 200 ml 
  • Parmigiano Reggiano grattugiato q.b. 
  • Pepe nero macinato a piacere 
  • Prosciutto cotto a cubetti 150 gr 
  • Sale q.b.
Preparazione:
I tortellini panna e prosciutto sono un piatto molto noto e dal sapore delicato, preparato con ingredienti semplici e buoni che ben si sposano assieme per la riuscita di un piatto che piacerà tutti. I tortellini panna e prosciutto sono un classico primo piatto che fa felici adulti e bambini!

Mettete a bollire una pentola d’acqua salata e dedicatevi alla preparazione del condimento. Riducete i cubetti di prosciutto cotto in listarelle più sottili, tagliandoli a metà o se avete le fette di prosciutto cotto tagliatele a listarelle. In un tegame fate sciogliere il burro e rosolate il prosciutto per pochi secondi, aggiungete quindi la panna e amalgamate il tutto.

A questo punto macinatevi del pepe nero a piacere e spolverate di noce moscata. Aggiustate di sale se necessario. Cuocete i tortellini e quando saranno pronti versateli nel condimento e fate saltare il tutto per insaporire. Servite i tortellini panna e prosciutto ben caldi ed eventualmente spolverizzati di parmigiano grattugiato.

lunedì 28 maggio 2012

INSALATA DI CARCIOFI, BELGA E NOCI





Ingredienti per 4 persone:
4 carciofi
2 cespi d’insalata belga
10 noci sgusciate
1 limone
olio extravergine d’oliva
aceto balsamico
sale
pepe bianco

Preparazione:
Prepara una salsa con olio, sale, pepe appena macinato e aceto balsamico. Pulisci bene i carciofi, tagliali a fettine sottili e immergili in acqua con succo di limone.

 Pulisci l’insalata belga, tagliala a rotelle e lavala sotto l’acqua corrente. Asciuga l’insalata con la centrifuga o con un telo di cotone e disponila su un piatto da portata.

Distribuisci sopra i carciofi ben scolati dall’acqua (puoi tamponarli anche con carta da cucina) e cospargi il tutto di noci tritate grossolanamente. Condisci con la salsa che hai preparato precedentemente.

giovedì 24 maggio 2012

Pesche Dolci... come resistere?



Ingredienti
500 g di farina
3 uova
160 g di zucchero
180 g di burro a temperatura ambiente
1 bustina di lievito
1 limone
3 pizzichi di sale
liquore alchermes
zucchero semolato
confettura a piacere o crema al cioccolato spalmabile

Preparazione
Lavorate il burro con lo zucchero e le uova, poi aromatizzate con la buccia grattugiata del limone. Poco per volta unite la farina con il lievito e il sale e lavorate il composto con un cucchiaio.
Distribuite la massa negli appositi stampi imburrati in dosi da 40 g per le semisfere del diametro 7 cm, e 30 g per quelle del diametro di 6 cm (se gli stampi sono in silicone, non occorre ungerli) e livellate la superficie. Infornate a 175° per 15 minuti, poi sfornate, attendete 5-10 minuti e sformate le pesche su una gratella a raffreddare.
Accoppiate le mezze pesche con la confettura, oppure con la crema al cioccolato, poi passatele nell’alchermes e, subito dopo, nello zucchero semolato.

lunedì 7 maggio 2012

Favolosa quiche agli asparagi e mortadella



Per preparare la quiche agli asparagi e mortadella iniziate con la preparazione della pasta brisèe, seguite le dosi e il procedimento che trovate cliccando qui. Se non avete tempo potete utilizzare anche 1 rotolo di pasta brisèe confezionata. Procedete quindi con la pulizia degli asparagi e cuoceteli in acqua fredda salata per circa 15 minuti.

Scolate gli asparagi, scegliete quelli più piccoli che utilizzerete per la decorazione e metteteli da parte, tagliate i restanti a pezzettini. In una padella scaldate due cucchiai di olio evo e rosolateci lo scalogno tritato finemente, quando sarà appassito aggiungete gli asparagi e fateli insaporire, in ultimo salate.

Ammorbidite con un cucchiaio la ricotta con il latte, aggiungete le 3 uova sbattute, il parmigiano grattugiato, il prezzemolo tritato, sale e pepe. In una ciotola capiente ponete gli asparagi ormai tiepidi, il composto precedentemente preparato e delle sottili striscioline di mortadella (lasciandone da parte alcune per la decorazione).

Mescolate delicatamente il tutto, foderate una tortiera da 24 cm di diametro con della carta da forno, poneteci la sfoglia di pasta brisèe, facendo aderire bene il fondo e i lati, versate il ripieno all'interno, poi decorate la quiche con gli asparagi e le striscioline di mortadella che avete tenuto da parte.

Ripiegate i bordi di pasta brisèe verso l’interno e spennellateli con della panna(oppure latte o uovo sbattuto). Infornate in forno già caldo a 180° per circa 50 minuti o fino a che la superficie della quiche non sarà ben dorata. Lasciate intiepidire la quiche con asparagi e mortadella prima di servirla!

fonte:giallozafferano

giovedì 3 maggio 2012

Una ricetta vegan molto gustosa: Torta delle Rose!



Ingredienti: 
150 g di pasta madre freschissima
200 g di farina di manitoba
200 g di farina di farro bianca
3 cucchiai colmi di farina di riso
250 g di latte di grano saraceno
3 cucchiai di olio di girasole
50 g di zucchero di canna integrale
1 cucchiaio di malto di mais
1 pizzico di sale
marmellata a piacere
1 manciata di semi di papavero
1 manciata di pinoli

Procedimento: 
Sciogliere il lievito nel latte a temperatura ambiente assieme al malto.
Mescolare bene fino alla scomparsa dei grumi, eventualmente aiutandosi con le mani.
Aggiungere lo zucchero (50 g) e continuare a mescolare finché il liquido non avrà preso un bel colorito scuro (indice che gran parte dello zucchero si è sciolto), poi incorporare le farine miscelate. Mentre le versate nella ciotola, impastate col cucchiaio di legno, aggiungendo il sale e l’olio. Impastate ancora, finché la massa non sarà liscia, omogenea, elastica e non appiccicosa.

A questo punto coprite con un canovaccio umido e mettete a riposo nel vostro luogo riparato prediletto per tutta la notte o per almeno 8 ore. Trascorso questo tempo dovreste trovare una bella palla gonfia e che presenti delle bolle in superficie. Infarinate una spianatoia e trasferiteci l’impasto, che sgonfierete dolcemente con le mani e stenderete col mattarello in una sfoglia non troppo sottile.

Cercate di darle la forma di un rettangolo. Sarà un’operazione molto rilassante: vi consiglio di farlo con della musica per voi calmante in sottofondo, in modo da traferire attraverso la pelle il vostro stato d’animo alla pasta. La sentirete molto disponibile a farsi lavorare, morbida ma soda, per niente timida ma riservata. Trattatela come si tratta una cara amica persa di vista e ritrovata, ve ne sarà grata e vi donerà tutto lo stupore di cui vi parlavo al momento dell’assaggio. Una volta stesa, spalmateci sopra della marmellata, occupando tutta la superficie (io ho usato quella di more di rovo), spolverate il cucchiaio di zucchero tenuto da parte e i semi di papavero e arrotolate nel senso della lunghezza, fino a formare un involtino gigante. Ora dovrete munirvi di un coltello affilato a lama liscia e tagliare il filoncino a fette (una decina), che si trasformeranno in rose.

Disponete le rose in uno stampo con cerniera oliato, prima attorno al perimetro, poi al centro. Non preoccupatevi se rimangono spazi vuoti, tanto si colmeranno con la lievitazione! Anzi, vi raccomando di non schiacciare le rose fre di loro o perderete l’effetto scenografico della torta. Conclusa l’operazione, coprite col solito canovaccio umido e riponete nella fedele alcova riparata per almeno 4 ore. La torta deve lievitare bene, gonfiarsi sino a riempire lo stampo.

 Ecco, siete pronti per il viaggio decisivo! Accendete il forno al massimo (260°) e, aspettando che raggiunga la temperatura, bagnate la superficie della torta con un velo di latte saraceno, poi spolverizzateci sopra i pinoli pestati. Infornate allegramente e con fiducia, ringraziando il fuoco e l’attesa consigliera. Dopo 10 minuti abbassate a 220°, dopo 10 minuti abbassate ancora a 180° e lasciate cuocere ancora per 30 minuti. La superficie sarà bruna, ma al tatto sentirete la torta molto morbida.

Aprite il forno e lasciate uno spiraglio magari mettendo un cucchiaio di legno fra lo sportello e la bocca del forno, e lasciate riposare la torta per 15 minuti. Sfornate, aprite la cerniera dello stampo e trasferite la torta su una gratella o su un piano di legno naturale. Gustate quando si sarà freddata.

Nota: Mai ottenuto nulla di così soffice. Sembrava di baciare una nuvola… E’ una preparazione romantica, femminile, che ricorda il grembo materno che cresce e si dilata custodendo l’energia cosmica ed il respiro. E’ una torta che sa di storia, che ha una storia, che è una storia. Ed ognuno di voi può raccontarla, e renderla così più grande, imperitura. Shanti!

Fonte: veganblog.it

giovedì 19 aprile 2012

Polpette fritte rustiche



Ingredienti: 
  • Aglio 1 spicchio 
  • Carne bovina (o di suino) macinata 500 gr 
  • Noce moscata una grattata 
  • Pane (tipo pagnotta) raffermo 250 gr 
  • Parmigiano Reggiano grattugiato 80 gr 
  • Pecorino grattugiato 80 gr 
  • Pepe
  • Prezzemolo tritato 3 cucchiai 
  • Sale q.b. 
  • Uova 2 grandi


Preparazione:

Le polpette fritte rustiche, sono una pietanza intramontabile, composte da carne macinata, uova, formaggio e spezie, sono presenti sulla tavola di ogni famiglia, per accontentare anche il palato dei più piccoli.
Le polpette fritte vengono servite come secondo piatto, e per la loro praticità di trasporto, e la loro immutata bontà anche se fredde, possono essere gustate durante una gita o un pic-nic fuori porta.

Inumidite la mollica del pane raffermo nell’acqua, poi strizzatela e sbriciolatela in una capiente ciotola ed unite la carne macinata, le due uova, il parmigiano e il pecorino grattugiati, il prezzemolo, lo spicchio d’aglio schiacciato, le spezie e il sale.

Amalgamate bene gli ingredienti tra loro fino ad ottenere un impasto omogeneo, morbido e compatto (se dovesse risultare troppo asciutto potete aggiungere un altro uovo) . Prendete una grossa noce di impasto e formate una polpetta dandogli dimensioni allungate, e procedete così, formando tante polpette che adagerete su di un vassoio fino alla fine dell’impasto.

Accendete una friggitrice (190°) o scaldate dell’olio in una padella, e quando sarà ben caldo immergetevi le polpette fino alla loro completa cottura e doratura della superficie. Toglietele poi dall’olio e mettetele a scolare su della carta da cucina, quindi servitele ancora calde.

CONSIGLIO 
Se volete rendere l’impasto delle polpette più saporito, aggiungete un altro spicchio di aglio e sostituite 150 gr di carne macinata con altrettanta mortadella tritata.

martedì 10 aprile 2012

Grissini al cioccolato


Adesso che la Pasqua è finita ci restano in casa una quantità incredibile di uova di cioccolato, ma non c'è problema ecco una ricetta particolare per sfruttarle!!!

Ingredienti:

  • grissini
  • cioccolato
  • zuccherini colorati

Preparazione:
Sciogliete il cioccolato che preferite a bagnomaria, versatelo in un bicchiere in modo che lo riempia almeno per metà. Preparate in un altro bicchiere alto e stretto degli zuccherini colorati, di quelli che si usano per decorare le torte. Immergete velocemente un grissino per volta nel cioccolato fuso, quindi cospargete sempre la stessa parte con gli zuccherini colorati.

Mettete a raffreddare su un foglio di carta da forno, poi mettete in frigo un paio d'ore. Ottima merenda primaverile per bambini... ma non solo!

lunedì 2 aprile 2012

Zucchine ripiene alla Ligure


Le zucchine ripiene alla ligure, fanno parte di quei piatti regionali molto antichi, che derivano dalla tradizione contadina, e quindi di uso comune nelle famiglie; questa ricetta è stata spesso molto imitata e variata, poiché ogni famiglia, la rielaborava mettendoci del suo. Per il ripieno delle zucchine, si optava a volte, per della ricotta o del trito di carne al posto del tonno e delle acciughe, ed anche le spezie o le erbe aromatiche erano spesso diverse a seconda della disponibilità del momento.

Ingredienti: 
Acciughe (alici) 4 filetti sott'olio
Capperi sotto sale 2 cucchiai
Cipolle 2 Latte 3 cucchiai
Maggiorana 1 cucchiaio
Olio extravergine d'oliva q.b.
Pane 1 panino raffermo
Parmigiano Reggiano grattuggiato 50 gr
Pepe q.b.
Pinoli 20 gr
Tonno in scatola 150 gr sgocciolato
Uova 2
Zucchine 8 medie

Preparazione:
Per preparare le zucchine ripiene alla ligure, iniziate lavando le zucchine e fatele lessare intere in acqua salata per circa 10 minuti. Nel frattempo tagliate il pane raffermo in quadratini e lasciatelo ammorbidire in una ciotola con il latte; mondate e tritate le cipolle finemente, e fatele soffriggere in due cucchiai di olio insieme alle acciughe tritate.

Scolate le zucchine e lasciatele intiepidire. Eliminate poi le estremità, quindi tagliatele a metà per il lungo, e svuotatele con un cucchiaino; aggiungete la polpa svuotata al soffritto di cipolla e acciughe, lasciando cuocere il tutto per qualche minuto, e nel frattempo tritate insieme (se volete potete usare il mixer) il pane, il tonno sgocciolato, i pinoli, e i capperi preventivamente dissalati.

Accendete il forno a 180°. In un recipiente mischiate il trito ottenuto, con la polpa di zucchine soffritta con cipolle e acciughe, il parmigiano, le uova, e la maggiorana, amalgamate bene il tutto, poi aggiustate di sale e il pepe. Riempite ora le zucchine con il composto e poi disponetele in una teglia oliata. Per ultima cosa condite con un filo di olio e cuocetele nel forno per circa 20-30 minuti, finchè avranno una bella crosticina dorata. Quando le toglierete dal forno, lasciatele riposare le zucchine ripiene alla ligure per 5 minuti prima di servirle.

lunedì 26 marzo 2012

Pennette primavera



Ingredienti: 
  • Olio extravergine di oliva 5 cucchiai 
  • Olive nere denocciolate una manciata 
  • Pennette 350 gr 
  • Patate 2 piccole 
  • Pepe macinato q.b. 
  • Pomodori 2 medi 
  • Prezzemolo 1 ciuffo 
  • Sale q.b. 
  • Zafferano 1 bustina 
  • Zucchine 2 medie


Preparazione
Le pennette primavera, sono un primo piatto vegetariano fresco, appetitoso e dai vivaci colori, il cui condimento, è realizzato con patate, zucchine e pomodori, tagliati a cubetti e saltati in padella con un trito di cipolla e aglio, ai quali vengono aggiunti olive denocciolate e zafferano: il tutto verrà spolverizzato con dell’abbondante prezzemolo tritato, e potrà essere gustato con del formaggio grattugiato fresco.

 Mettete sul fuoco una pentola capiente contenete dell’acqua e portatela ad ebollizione. Mondate la cipolla e l’aglio e tritateli finemente, quindi metteteli a rosolare in una padella assieme all’olio. Lavate e spuntate le zucchine, sbucciate le patate e tagliate le verdure a piccoli dadini, dopodiché aggiungete le zucchine e le patate con la cipolla e l’aglio, mescolando di tanto in tanto.

Nel frattempo lavate i pomodori, e tagliateli a cubetti; tritate il prezzemolo e tagliate a rondelle le olive denocciolate. Quando le patate e le zucchine saranno quasi cotte, aggiungete i pomodori a cubetti, salate, pepate e amalgamate gli ingredienti; dopo qualche minuto aggiungete anche le olive, poi sciogliete la polvere di zafferano in poca acqua calda, versatelo sulle verdure e mescolate.

In ultimo, spolverizzate il tutto con prezzemolo tritato e unite il condimento alle pennette, che avrete lessato al dente in acqua salata, aggiustate eventualmente di sale, quindi servite immediatamente decorando il piatto con tyun del prezzemolo fresco.

CONSIGLIO - Per la realizzazione delle pennette primavera, potete usare la qualità di pomodori che più vi piace: potete scegliere tra il ciliegino, piccolo e tondo, oppure il pomodoro a grappolo ramato, e così via. L’importante è che la polpa del pomodoro scelto sia saporita, e che, se troppo acquosa, venga tolta l’eccessiva acqua di vegetazione e gli eventuali semini in eccesso. Volendo, durante la cottura, per rendere più saporito il condimento, potete diminuire la dose di sale e aggiungere del dado vegetale sbriciolato.

fonte: giallozafferano

lunedì 19 marzo 2012

Cappelletti ricetta antica: prepararli alla romagnola con manzo e salsiccia


I nostri famosi cappelletti oggi proposti in una versione che sostituisce il classico brodo di pollo a un gustoso sughetto di manzo e salsiccia.

Ingredienti:

  • carote
  • prezzemolo
  • cipolla
  • manzo 200gr
  • salsiccia 200gr
  • salsa di pomodoro
  • cappelletti 300gr (ovviamente i nostri sono i migliori)
  • olio


Preparazione: 
Tagliuzzate le carote, il prezzemolo e la cipolla e soffriggete con olio d’oliva. Unite poi la carne di manzo e la salsiccia e lasciate sul fuoco per circa 20 minuti.
Aggiungete infine la salsa di pomodoro e il prezzemolo, continuando a cuocere per altri 30 minuti circa (il tempo necessario per rendere la salsa densa). Fate cuocere i cappelletti in acqua bollente e salata; quando saranno cotti, scolateli e versateli nella salsa che avete appena fatto.
Serviteli ben caldi.

PS. Potete rendere più gustoso il sughetto con qualche oliva nera snocciolata e con peperoncino secco.

lunedì 12 marzo 2012

Zuppa di fave, piselli e carciofi: una delizia!





Ingredienti per la zuppa 
Aglio 2 spicchi
Brodo vegetale 1,5 lt
Carciofi 4
Cipolle o cipollotti freschi 4
Fave fresche e sgranate 200 gr
Limoni il succo di 1
Olio extravergine di oliva 4 cucchiai
Pane casereccio (tipo pugliese) 4 fette
Piselli freschi sgranati 250 gr
Prezzemolo tritato 2 cucchiai
Scarola (indivia) 1 bel cespo
Uova 4

Preparazione
Per preparare la zuppa di fave, piselli e carciofi iniziate con la pulizia dei carciofi (clicca qui per vedere come fare) utilizzate solo i cuori, più teneri e immergeteli in acqua acidulata. Scottate le fave nel brodo bollente, scolatele con una schiumarola e privatele della membrana esterna; scottate poi nello stesso brodo e allo stesso modo anche i piselli e poi sgocciolateli (evitate questa operazione se utilizzate piselli surgelati). 

 Mondate e tritate i cipollotti, poi soffriggeteli con l’olio, e uno spicchio di aglio schiacciato, ed unitevi la scarola, precedentemente mondata e tagliata a pezzetti, ed i carciofi. Fate rosolare per 5 minuti e poi unitevi anche le fave e i piselli, dopodiché coprite le verdure con il brodo, salate, pepate e fate cuocere per circa 10 minuti in pentola a pressione, oppure 15/20 minuti se utilizzate una pentola normale (aggiungendo del brodo se occorre). 

Nel frattempo tostate le 4 fette di pane, strofinatele con lo spicchio di aglio rimasto, e poi formate dei crostini tagliandole a triangolini. Disponete i crostini dividendoli, in quattro piatti fondi, cospargeteli con del pepe macinato e irrorateli con dell’olio e in ogni piatto, sui crostini, adagiate un uovo crudo sgusciato, facendo attenzione a non rompere il tuorlo. Versate in ogni piatto la zuppa di fave, piselli e carciofi bollente cosparsa di prezzemolo tritato e servite immediatamente.